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 Neoplasie Vescicali


Lo strato di cellule (epitelio) che riveste l’apparato urinario, dai calici renali sino alla vescica, e che viene a contatto con l’urina, viene denominato Epitelio Transizionale o Urotelio. Le neoplasie della via escretrici, vengono pertanto denominate Neoplasie Uroteliali. La vescica è la sede più frequente di queste neoplasie. I tumori dell’epitelio transizionale possono essere presenti, inoltre nella pelvi renale, nei calici, negli ureteri. Le neoplasie vescicali vengono distinte in base alla profondità di infiltrazione nella parete vescicale. Una neoplasia che infiltri solo gli strati superficiali della parete vescicale, viene definita “neoplasia vescicale non muscolo invasiva”. Una neoplasia che infiltri il tessuto muscolare viene definita “neoplasia vescicale muscolo invasiva”.
Epidemiologia: L’incidenza è maggiore nei maschi rispetto alle femmine, ma negli ultimi anni l’aumento del fumo di sigarette tra le donne sta progressivamente eliminando questa differenza. Il tumore della vescica rappresenta in termini d’incidenza (nuovi casi diagnosticati ogni anno su 100.000 persone) il quarto tumore nei paesi avanzati, ma rappresenta il secondo tumore (dopo quello prostatico) in termini di prevalenza (numero totale di persone affette in un determinato momento su 100.000 persone).

Fattori di rischio : il fumo di sigaretta è oggi riconosciuto come il maggior responsabile di insorgenza di neoplasie Uroteliali, ma anche l’esposizione occupazionale a vernici e/o solventi e le infezioni vescicali croniche hanno le loro responsabilità. Presentazione clinica : il sintomo tipico è l’ematuria (presenza di sangue nelle urine), che può essere visibile a occhio nudo (macroematuria) o solo all’esame microscopico delle urine (microematuria).  Possono essere presenti, inoltre, sintomi urinari della sfera irritativa (difficoltà alla minzione, bruciore minzionale, urgenza minzionale).
Procedure diagnostiche : Ricerca delle cellule tumorali maligne nelle urine (Citologia urinaria), Ecografia apparato urinario, Urografia, Cistoscopia, TAC o RNM (per lo staging della malattia). Scintigrafia ossea (per lo staging della malattia).
Terapia : Il gold standard per la diagnosi e il trattamento delle neoplasie vescicali  è la resezione trans-uretrale (endoscopica) della neoplasia uroteliale (TURV). In caso di malattia superficiale l’intervento è anche curativo (in associazione a terapie locali, quali instillazioni in vescica di farmaci immuno o chemioterapici), mentre per le malattie infiltranti potrebbero essere necessari interventi demolitivi più importanti (quali la rimozione completa della vescica : Cistectomia Radicale) eventualmente associati a chemioterapia.
Resezione endoscopica di neoplasia vescicale
E’ molto importante segnalare prima del ricovero ogni eventuale terapia a base di farmaci ad azione antiaggregante (Aspirinetta, Ascriptin, Ibustrin, Plavix, Ticlopidina, Tiklid, o similari) oppure farmaci anticoagulanti (Coumadin, Sintrom, o similari), che devono essere rigorosamente sospesi prima dell’intervento, sotto il controllo del Medico Curante, ed eventualmente sostituiti con terapia a base di eparina a basso peso molecolare. L’intervento viene solitamente eseguito in anestesia “loco-regionale”, cioè mediante una iniezione di anestetico a livello della colonna vertebrale. All’anestesia loco-regionale viene a volte associata una sedazione. L’intervento avviene per via endoscopica (cioè senza incisioni chirurgiche esterne) e consiste nell’introduzione in vescica, attraverso l’uretra, di uno strumento che consente la visione diretta e la rimozione della neoformazione vescicale. Dopo l’intervento viene posizionato un catetere, che resterà in situ un numero di giorni proporzionale alla profondità della resezione vescicale. 
Convalescenza : Dura in media due settimane, ma per almeno un mese è consigliabile evitare sforzi eccessivi, come ad esempio sollevare oggetti pesanti o eseguire esercizi intensi (ginnastica, golf, tennis, corsa), ed è anche importante evitare l’uso della bicicletta o del motorino/motocicletta, in quanto è possibile un sanguinamento anche a 15 giorni di distanza. Un’abbondante idratazione (almeno 1.5-2 litri di acqua al giorno) potrà aiutare a rendere le urine chiare. 
Attività sessuale : potrà essere ripresa 3 settimane dopo l’intervento.

  



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